Il toccasana delle cose semplici

 

Stamattina l’ho vissuto di nuovo.

Ho approfittato del fatto di aver trovato poco traffico sulla strada verso il lavoro e sono arrivato nei pressi dell’ufficio in tempo utile per una passeggiata. Ed oggi, come allora, la sensazione è stata quella di aver iniziato la giornata con il piede giusto. Anzi, con entrambi i piedi.

Si, perchè quando riesci a piantare una deviazione sul percorso monotono e routinario fatto di Sveglia/Auto/Ufficio/Auto/Casa dei giorni feriali, allora ti senti meglio. E’ come aver dato un senso più pieno alla giornata. Ed io, in attesa delle svolte che auspico per la mia vita, ora (come allora) mi accontento del piacere di gustarmi le cose semplici. Come una passeggiata inaspettata.

Ovviamente, ho coperto il sottofondo dei rumori urbani con la musica. E a tal proposito mi chiedo come sia stato possibile vivere finora ignaro dell’esistenza di un pezzo così forte come quello di Algiers degli Afghan Whigs.

Ve lo lascio. Buon ascolto.

 

Un direzione giusta che ora non ho



Eccomi di nuovo qua. Ancora alle prese col foglio virtuale su cui buttare giù i miei pensieri. E devo ammettere che ne sono molti di pensieri, ultimamente.

Sono giorni strani per me. Giorni caratterizzati dall’alternanza di umori interiori che fanno a pugni tra di loro e che mi impediscono di trovare la direzione giusta verso l’equilibrio e la serenità. Ammesso che esista una direzione.

Ormai sono passato dall’essere un ragazzo dai tanti interessi e le tante passioni ad un uomo dalle innumerevoli incertezze e i pochi punti fermi nella propria vita.

Però scrivere mi fa bene. E questo posto mi ha sempre accolto ed ha sempre raccontato di me.

E allora lasciamo parlare il foglio. Che forse qualcosa in più lo sa comunicare.

Tanto per cominciare mi sono accorto che è passato da poco il compleanno del blog. 16 anni dal primo respiro di My World…. Praticamente un quinto della prospettiva di vita media è raccontato su queste pagine. Allora non ero nemmeno ancora ospitato da WordPress, ma da Splinder. Una piattaforma meno professionale, ma forse più genuina e semplice. Un pò come la mia vita di allora. E malgrado non riesca più a scrivere con la frequenza e la creatività di un tempo (ricordiamoci tutti che io scrivo dal pc dell’ufficio, e il lavoro ormai è tanto e non mi permette le pause di prima) io continuo a lasciare tracce, perchè questo posto ha un suo richiamo su di me. Ad ogni modo, tanti auguri posticipati al My World… che mi permette sempre di imprimere sulle sue pagine nuovi capitoli e contenuti.

Allora, è appena successa una cosa curiosa e voglio che venga raccolta qui. Proprio mentre vi stavo scrivendo della mia volontà di iscrivermi in palestra, ho ricevuto un messaggio. Mio fratello mi chiede di andare a fare boxe insieme. Ed io volevo appunto parlare del fatto che non ho mai fatto palestra, se non forse una ventina di anni fa, per un mese, e un altro paio di mesi di palestra “fai da te in casa” (tra l’altro, salutiamo la sciatalgia che non mi ha mai più lasciato da allora). Ma quello della palestra è sempre stato un mio pallino. In primo luogo perchè da quando ho buttato giù i chili di troppo ho un corpo che manifesta impietosamente il fatto che non ho muscoli degni di essere definiti tali. E poi perchè, mai come in questo periodo, ho bisogno di qualcosa che mi tenga impegnato. E che mi permetta di confezionare delle esperienze nuove. Per la cronaca, dopo il mio Si al messaggio di mio fratello, non ho ricevuto ancora alcun seguito.

Passando ad altro, ultimamente sto cercando di sfoltire la lista di serie tv da vedere. Proprio ieri ho iniziato Ted Lasso, storia di un manager di calcio che viene ingaggiato da una squadra minore inglese e proiettato in una realtà totalmente differente dalla sua. Il pilot di questa serie è stato una piccola perla con una forma di umorismo piuttosto sofisticata. Ed io non vedo l’ora di continuarla per vedere se il seguito confermerà le mie buone sensazioni. Intanto sto provando a mettermi al passo con The Walking Dead, ed ho iniziato il rewatch di Californication. Giusto per ingolfare un pò di più la mia lista.

C’è una cosa però che posso fare mentre mi occupo di altro e che non mi toglie tempo, come invece mi fa il dover scrivere sul blog o guardare serie tv, ed è ascoltare la trasmissione di Enrico Silvestrin.
Chi come me è stato adolescente nei meravigliosi anni novanta, si ricorderà del monopolio senza pari che aveva Mtv, l’emittente incentrata sulla musica e sugli approfondimenti di questo campo. All’epoca Silvestrin è stato tra i primi a volare a Londra per lavorarci, diventando poi anche uno dei Vj più noti quando la stessa Mtv decise di fondare una sede dislocata qui da noi. Di seguito Enrico si è occupato di cinema e reality, ma non ha mai abbandonato il suo interesse per la musica. Oggi Silvestrin propone su Twitch un programma dalle 14 alle 16 (e che quindi posso seguire durante la mia pausa pranzo) di approfondimento musicale e che ha, tra le sue vocazioni, quella di mettere al corrente la sua utenza sull’utilizzo della musica attuale e sulla deriva che stanno prendendo alcuni generi, facendo luce sulle alternative che il mercato offre e delle quali, in Italia, non si parla.
Personalmente trovo che il modo di condurre e di argomentare di Silvestrin sia davvero piacevole, quasi magnetico. E questo tipo di intrattenimento è ciò che mi serve per riempire i vuoti di queste mie giornate.

Ok, penso di aver finito, per stavolta.

Anzi no. C’è una bonus track per i più temerari che sono riusciti ad arrivare fino alla fine di questo articolo: Voglio imparare a cucinare. Al momento è solo un desiderio, perchè non avendo ancora una casa mia è impossibile cimentarmi in questa cosa che però, devo dire, mi affascina molto. Per ora finisce anche questa tra le cose da fare. Un desiderio in più.

Accidenti. Rileggendo il post mi rendo conto che ho scritto tanto, ma niente di cui avevo pensato di scrivere oggi.

Eppure questa cascata di parole mi è servita. E forse una direzione giusta l’ho trovata. La direzione dettata da questo post, che mi ha portato proprio dove volevo. Verso la serenità.

Sanremo 2020

sanremo-2020

 

Altra assenza prolungata, altro ritorno fugace. La vita è cambiata ed il tempo per stare qui ad aggiornare il blog è sempre meno. Anche perchè dovrei farlo esclusivamente da lavoro, e in ufficio (da qualche mese ormai) ho una postazione diversa rispetto a prima, più esposta. Ma so che questo luogo mi aspetta sempre e non mi chiede la presenza fissa. La mia vecchia isola di quasi 14 anni aspetta immobile il mio ritorno. Ed eccomi qua.

Insomma 70esima edizione del Festival di Sanremo. Quest’anno lo conduce Amadeus tra le (immancabili) polemiche e l’ingombrante presenza di Fiorello (figura fissa in ogni serata, al pari di Tiziano Ferro).

 

Questa la lista dei cantanti e delle canzoni in gara:

Achille Lauro – Me ne frego
Alberto Urso – Il sole a est
Anastasio – Rosso di rabbia
Bugo e Morgan – Sincero
Diodato – Fai rumore
Elettra Lamborghini – Musica (E il resto scompare)
Elodie – Andromeda
Enrico Nigiotti – Baciami adesso
Francesco Gabbani – Viceversa
Giordana Angi – Come mia madre
Irene Grandi – Finalmente io
Junior Cally – No grazie
Le Vibrazioni – Dov’è
Levante – Tiki Bom Bom
Marco Masini – Il confronto
Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango
Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso
Piero Pelù – Gigante
Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr
Rancore – Eden
Raphael Gualazzi – Carioca
Riki – Lo sappiamo entrambi
Rita Pavone – Niente (Resilienza 74)
Tosca – Ho amato tutto

 

Tra gli ospiti annunciati, invece, conferme finora per Roberto Benigni, Johnny Dorelli, Massimo Ranieri, Gigi D’Alessio, la formazione completa dei Ricchi e Poveri, Al Bano e Romina Power, Gianna Nannini, Ghali, Zucchero, Biagio Antonacci, oltre agli internazionali Dua Lipa, Mika e Lewis Capaldi.

 

Personalmente trovo la scelta dei cantanti davvero buona (diciamo per due terzi molto buona), e sono curioso di vedere se il livello delle mie attese sarà confermato dai brani. Nessun pronostico stavolta però. Buon Festival a tutti.

Una bella scoperta: Gli Ex-Otago

Ex Otago dress

 

Sanremo 2019 è stato consegnato agli archivi. Un’edizione controversa e piena di polemiche che sta avendo strascichi imprevisti ancora oggi. Chi ha vinto e chi ha perso (e come ha perso) affrontano giornalisti ed esperti di settore a colpi di dichiarazioni, smentite ed assenze ingiustificate in tv.
Tuttavia c’è una realtà che sembra essere passata in sordina, forse proprio perchè provocazioni e critiche non riescono a far presa sulla loro immagine. Una band dalla faccia pulita che onestamente non conoscevo, ma che mi piace ogni giorno di più. Sto parlando degli Ex-Otago

Gruppo genovese fondato nel 2002 (quasi 20 anni di storia di cui personalmente ignoravo l’esistenza!), gli Ex-Otago nascono nella loro formazione originaria come un trio acustico, salvo poi trasformarsi e rinnovarsi, col tempo, nel progetto indie pop attuale. Il nome, così singolare, deriva da una squadra di rugby neozelandese che ha nel suo palmarès la vittoria di un campionato da outsider. 
Allo scorso Festival hanno partecipato con il brano Solo una canzone (QUI per l’ascolto) ballad romantica che racconta le difficoltà di un amore non più giovane, raggiungendo un rispettabilissimo 13esimo posto su 24 artisti in gara. 

Incuriosito, quindi, ho iniziato ad ascoltare su Spotify il loro ultimo album, Corochinato. Ed è stata la conferma del colpo di fulmine.

Premesso che il mio giudizio è fondato esclusivamente sul suddetto lavoro, non posso che rimarcare la buona impressione data da Solo una canzone. Le sonorità dell’album ricordano quelle anni ottanta, periodo in cui primeggiava il synth e tutti quei suoni artefatti ed elettronici che avvolgevano la maggior parte dei brani. A tal proposito, il primo accostamento che mi è venuto da fare quando ho ascoltato questo album è stato quello con i Thegiornalisti, un altro gruppo che è partito dal circuito indie per poi affermarsi su scala commerciale. 

I testi delle canzoni di Corochinato sono per la maggior parte dei racconti, a volte senza cantato, sull’amore e le sue sfumature. Dall’amore agli albori a quello consolidato, da quello in crisi fino a quello giunto al termine ma non accettato. Canzoni parlate, a volte anche con una metrica che balla sul filo del rasoio, ma che trattano i temi in maniera inedita e spesso leggera. 

Menzione di merito speciale per il frontman Maurizio Carucci e la sua zeppola che ricorda quella Jovanotti. Un ragazzone simpatico e spigliato che sa tenere il palco e che (sembra) non essersi montato la testa. 

Per concludere vi lascio con una preview di Spotify contenente tutti i dieci brani dell’album Corochinato. Buon weekend.

 

 

Sanremo 2019

Sanremo 2019 Logo

 

Il Festival di Sanremo mi piace, e lo sapete. Solo che quest’anno non lo sento. Come ho già spiegato in occasione della passata edizione, non ho una buona affinità col direttore artistico Claudio Baglioni e questo ha un pò smorzato la mia curiosità che, in genere, precede di parecchio quest’evento.

Tuttavia, pur avendo già parlato ampiamente in passato del motivo del mio interesse per questa manifestazione, mi andava di lasciare una traccia della 69esima edizione del Festival qui su My World… 

Questa la lista delle canzoni in gara:

Arisa Mi sento bene
Loredana Bertè Cosa ti aspetti da me
BoomDaBash Per un milione
Federica Carta e Shade Senza farlo apposta
Simone Cristicchi Abbi cura di me
Nino D’Angelo e Livio Cori Un’altra luce
Einar Parole nuove
Ex-Otago Solo una canzone
Ghemon Rose viola
Il Volo Musica che resta
Irama La ragazza con il cuore di latta
Achille Lauro Rolls Royce
Mahmood Soldi
Motta Dov’è l’Italia
Negrita I ragazzi stanno bene
Nek Mi farò trovare pronto
Enrico Nigiotti Nonno Hollywood
Patty Pravo con Briga Un po’ come la vita
Francesco Renga Aspetto che torni
Daniele Silvestri Argentovivo
Anna Tatangelo Le nostre anime di notte
The Zen Circus L’amore è una dittatura
Paola Turci L’ultimo ostacolo
Ultimo I tuoi particolari

Ci credete se vi dico che non avevo ancora dato un’occhiata ai partecipanti? Bene. In quello che sembra essere il Festival dei ritorni, posso dire che, per quanto mi riguarda, l’attenzione sarà puntata sui brani di Arisa, Cristicchi, Renga e Silvestri, mentre scommetto su Nek come vincitore della sfida per la canzone più radiofonica. E poi c’è Ultimo che mi incuriosisce (la sua Ti dedico il silenzio mi sta accompagnando in questo periodo). 

Tanti i superospiti finora confermati, quasi tutti italiani: Eros Ramazzotti, Luis Fonzi, Fiorella Mannoia, Marco Mengoni, Tom Walker, Ligabue, Elisa, Alessandra Amoroso, Andrea Bocelli, Giorgia e Antonello Venditti

Quel che è certo è che, Baglioni a parte, qualcosa resterà nella storia anche quest’anno. Perchè Sanremo è Sanremo. O così mi piace ancora pensare. 

Appunti sul diario

Pagine del diario

Riordiniamo un pò le idee buttando giù un veloce aggiornamento.

Come avrete avuto modo di notare nel post precedente, ho iniziato a trasferire in My World… il materiale rilevante pubblicato su Alone in Kyoto nel corso degli anni. La gestione di due blog è ormai impossibile per me e, quindi, tanto vale portare di qua il lavoro che non merita di essere dimenticato. Per cui, nei prossimi mesi i nuovi articoli di questo sito saranno intervallati da recensioni (o pseudo tali) di film a cui in passato ho dedicato la mia attenzione. I posteri (?) potranno tirare un sospiro di sollievo.

Durante le feste natalizie ho visto lo speciale di Black Mirror di cui tutti parlano. Opinione: Promossa a pieno voti. Bandersnatch non solo resta coerente con lo spirito della serie ideata da Charlie Brooker, ma addirittura riesce nell’intento di portarla ad un livello successivo, quello dell’interazione soggettiva da parte dello spettatore. Che poi si potrà discutere sulla vera utilità della scelta multipla e di una trama che è solo apparentemente contorta. Perchè anche il parere è soggettivo, esattamente come le scelte fatte fare al protagonista. Ma Bandersnatch rimane una meraviglia che i cultori di Black Mirror non possono non riconoscere nella forma e nei contenuti.

Dopo diversi anni sono riuscito a rivedere i miei cugini che vivono ormai in pianta stabile a Modena. Sono stati incontri veloci e brevi, come ormai le nostre vite fatte soprattutto di bambini e impegni lavorativi ci impongono di fare. Sono lontani i tempi spensierati dell’adolescenza vissuta insieme. Tuttavia li ho trovati bene. Resistiamo bene.

In questi giorni le temperature sono calate parecchio. Si dice che, nei prossimi giorni, potrebbe tornare a nevicare come già successo lo scorso febbraio, quando dalle mie parti si è assistito ad una storica imbiancata senza precedenti a memoria d’uomo. Staremo a vedere. Intanto mi sa che è arrivata l’ora di indossare il cappello anche quest’anno. Forse.

Chiudo il post con una canzone che ho scoperto tardi ma che, secondo il mio parere, completa bene lo scenario invernale a cui stiamo assistendo in questo periodo. Candele accese e occhi chiusi. Loro sono gli Alice in Chains, e questa è Nutshell.

La canzone del mese – Luglio 2018

Non ci si ferma mai. Continua il periodo impegnativo che (si spera) avrà la sua conclusione con le ferie di agosto. Come già saprete, mi trovo in un uragano di impegni, soprattutto lavorativi, che cattura la quasi totalità del mio tempo.  Ad ogni modo, ciò non mi impedisce di dedicare qualche riga all’oggetto di questo articolo.

Se qualcuno mi chiedesse la canzone da eleggere a simbolo della mia estate 2018 non avrei dubbi: Flames di David Guetta (con la partecipazione vocale di Sia). Nonostante si trovi in rotazione radiofonica da ormai 4 mesi, questo è un brano che non mi stanca mai, ed ha un messaggio positivo che apprezzo particolarmente.

Approfittando dell’occasione per augurare a tutti gli americani di passaggio qui un felice Giorno dell’Indipendenza, vi lascio con la canzone del mese, nella speranza che i miei interventi tornino ad essere più frequenti.

Benvenuto luglio. 

 

 

La canzone del mese – Giugno 2018

Un mese senza aggiornare My World….
Per tutti quelli che si stessero chiedendo che fine abbia fatto, sappiate che sto bene. Sono solo molto impegnato dalle ormai note scadenze lavorative. Tuttavia, il bello del mio lavoro è che quando arrivi al termine del viaggio (passatemi il termine improprio) e ti metti al passo, ti senti il padrone del mondo. E’ come essere in cima alla montagna dopo una scalata estenuante. Insomma, è una bella sensazione (QUI). E poco conta se l’effetto dura il tempo di un pomeriggio, se già dopo il weekend mi ritroverò nuovamente arretrato e in prossimità di nuove scadenze. Adesso me la godo.

Ma passiamo all’oggetto principale del post.
I Weezer mi sono sempre piaciuti (ne ho parlato agli albori di questo blog QUI). Band alternative rock americana all’apparenza molto positiva e dai toni tutt’altro che cupi. Per farvi un’idea di quel che sto dicendo, potete far riferimento al video di Buddy Holly in cui si vede il gruppo suonare addirittura nel mitico locale di Arnold del telefilm Happy Days
Da più di un anno i fans dei Weezer chiedeva loro di realizzare una cover della hit anni ottanta dei Toto, Africa. E qualche giorno fa la band ha regalato loro il pezzo che segue. Certo, il rifacimento non ha la potenza dell’originale, ma la trovo adatta per accogliere l’arrivo del mese dell’inizio dell’estate. 

Benvenuto giugno. 

 

La canzone del mese – Maggio 2018

Maggio è sempre stato il mese che ha aperto la mia personale stagione del lavoro duro (QUI), ed anche quest’anno è arrivato puntuale col suo carico di responsabilità.
Mentre per la maggior parte della gente questo periodo rappresenta l’orizzonte delle vacanze che si avvicinano, io mi ritrovo sempre più sommerso da pratiche da sbrigare entro scadenze molto ravvicinate. Non mi resta che rimboccarmi le maniche e sfidare ancora una volta il tempo in questa pazza corsa che si concluderà con le ferie d’agosto.
Sul fronte delle cose da ricordare, c’è da dire che ho iniziato ad allenarmi. E questa è una grossa novità per me che non ho mai intrapreso nemmeno un briciolo di attività fisica seria in vita mia. In sintesi, sto seguendo un programma sui 30 giorni continui basato su 3 livelli diversi di difficoltà. Roba semplice, dicono quelli del settore. A me, invece, sembra di stare scalando l’Everest a mani nude. Ad ogni modo, tra un mese vedremo se è cambiato qualcosa.

Intanto siamo giunti in primavera inoltrata. C’è una canzone che ultimamente mi capita di associare a questo periodo, forse perchè è contestualizzata proprio nel periodo della fioritura e della rinascita della natura. Il brano è Lover Lay Down della Dave Matthews Band (una jam band con quasi 30 anni di carriera alle spalle), e racconta del risveglio di un vecchio amore. A tal proposito, mi piace imprimere di seguito e conservare qui su My World…  l’interpretazione che il forum della band ha dato al testo della nostra canzone del mese:

 

«Con l’arrivo della primavera anche i vecchi amori, mai dimenticati, si risvegliano.
In questo caso il protagonista, il cui cuore ha, ora e per sempre, posto per l’amore solo ed esclusivamente dalla sua amata (I will wait for no one but you), conscio che l’amore per lui ancora brucia nel cuore dell’amata, cerca di convincerla che non c’e’ nulla di male nel loro amore, non piu’ per lo meno (Don’t be us too shy).
Avevano gia’ fatto molti progetti in passato (So much we have dreamed) ma qualcosa li ha divisi a lungo (And we were so much younger) ma questa lontananza ha permesso loro di cambiare, di potere, ora, affrontare il loro amore (Hard to explain that we are stronger) che per mille ragioni era stato “dimenticato” ( A million reasons life to deny), negato. Ma ora, osservandosi insieme (Lay down look see – She and he) lui scopre che possono ancora condividere un sorriso e sostenersi a vicenda nel bisogno (Together share this smile Each other’s tears to cry) mentre lei si sfoga con un pianto liberatorio (And you weep) quando lui le dice che la battaglia e’ finita (Cause it’s over), che non dovra’ temere nulla perche’ le cose non cambieranno (Darling it’s all the same) fino a quando saranno insieme (‘Til we dance away)»

 

Benvenuto maggio.