Facciamo un gioco…

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Le cose stanno così: oggi avrei dovuto parlarvi di Nick Hornby, di quanto siano fighi i suoi libri, dei film che ne sono conseguiti, e poi porvi una domanda. Però…

Stamattina sono arrivato a lavoro e una collega, dopo avermi dato notizia del fatto che l’altra collega di stanza indossa gli stessi indumenti da ormai 2 settimane (?!), continua dicendo: «Facciamo un gioco». Diciamo già che la collega in questione non è nuova ad iniziative simpatiche atte a movimentare la giornata lavorativa (penso, ad esempio, alla sperimentazione di bizzarre diete o quella volta che provò a far funzionare un petofono difettoso) e che quindi sono preparato. «Siccome è difficile che una persona sia sincera al 100%, voglio fare un test psicologico. Quindi, ora, tu mi elenchi tutto, ma proprio tutto, quello che pensi di me, pregi e difetti, e dopo io faccio lo stesso con te». Così. Bam bam
Ne consegue un dibattito in cui ho cercato di spiegare il fatto che sto così bene con me stesso da non voler ascoltare la sua idea sul suo modo di vedermi. Anche perchè, si sa, queste cose non vanno mai secondo l’etica della critica costruttiva. Gli animi si accendono, la discussione si sposta su altri campi e sicuramente le cose dopo non sarebbero più state le stesse. E poi tutto questo mi fa ricordare quando da bambino, tra amici, ci ponevamo la domanda «Se tu potessi avere un super potere, quale sceglieresti?». Ed io in quelle occasioni non ho mai scelto il potere di leggere nella mente delle persone. Non mi interessa proprio saperlo. 

Voi che avreste fatto? Vi sareste sottoposti al confronto (che lei chiama, impropriamente, gioco) o avreste fatto come Dexter, che si costruisce su misura il vestito da collega-amicone di tutti? 

 

Ciambelle

 

Per oggi ho finito. La prossima volta parliamo di Hornby. Buon fine settimana a tutti.

Orfano di Dexter

Dexter Wallpaper

ATTENZIONE: L’articolo potrebbe contenere degli involontari SPOILER.

E’ già passata una settimana dall’ultima volta che ho messo piede in questo posto. Tuttavia mi ritrovo con la mente ancora a venerdì scorso, a poco prima di mezzanotte. A quando tutto ha avuto una conclusione.

Sono passati cinque lunghi anni da quel 5 settembre 2008.

Seconda serata. Italiauno decide di mandare in onda, in mezzo all’immane marea di porcherie a cui ci ha abituati, una serie-tv fuori dagli schemi che prende titolo dal nome di un tecnico forense della polizia di Miami. Dexter, appunto. 
Dexter ha un buon lavoro, un buon team di colleghi strampalati, una sorella sboccata che lo adora, una compagna separata che lo coccola. Dexter gioca a bowling, adora le ciambelle, ha un buon feeling con i bambini.
Dexter finge la sua normalità molto bene. Dexter ha un segreto. Il segreto si chiama Oscuro Passeggero

Prodotta dalla Showtime, lo stesso coraggioso network tv di Californication e Masters of Horror (ma anche di Shameless e di The L World), Dexter è stata uno dei miglior telefilm dell’ultimo decennio, capace di fare incetta di premi durante il corso degli anni in cui è andato in onda. D’altronde, gli elementi c’erano tutti. Un soggetto convincente, un’interpretazione del cast magistrale, una regia con giochi di luci pazzeschi. E poi le musiche. Le sue musiche strumentali (in gergo rappresentano la Soundtrack Score) di Dexter sono qualcosa di sensazionale che va almeno una volta ascoltato per rendervi conto di cos’è stato questo serial. Difficilmente sono riuscito a resistere con costanza alla visione di una serie-tv così lunga. Ma con Dexter è stato amore a prima vista. A partire da quel venerdì di inizio settembre. Fin dal pilota, Dexter non mi aveva più lasciato. 

L’ha fatto lo scorso venerdì, dopo 96 episodi, con un colpo di scena finale per nulla scontato ma che, da quanto ho letto, ha scontentato la gran parte di aficionados. Non me (Lascio alla sezione Commenti eventuali digressioni sull’argomento).

Intanto è arrivato il weekend. 

Fine settimana che dovrebbe vedermi ancora alla ricerca dei funghi perchè il clima di questo periodo ha rallentato le dinamiche naturali e, di conseguenza, le previsioni sono saltate tutte. Poi c’è la partita. (E poi) Speriamo di poterci riposare un pò.

E, dulcis in fundo, c’è il brano di chiusura.
La canzone di questo venerdì è legata alla dance anni novanta. Un periodo particolarmente felice per me, in cui tutto era più leggero, dove c’erano le amicizie sincere, quelle senza scopi personali di fondo (QUI per approfondimenti).

Per voi, Dj Dado con Gimme Love. Buon fine settimana. 

 

Riferimenti extra: Dexter su AiK