Di autunno in inverno… passando per la tangente

CIRCEO

  
E’ così.

Qui a Napoli si è passati dal più che tiepido autunno di venti giorni fa al brusco e piovoso cambiamento di questi giorni. E la settimana prossima è atteso il gelo. 
No, non mi sono dato improvvisamente alle informazioni metereologiche.  E’ che le repentine variazioni climatiche mi fanno riflettere sulla velocità con la quale il mondo ci orbita intorno e sulla sua relativa capacità di mutamento a cui noi assistiamo (o ignoriamo) giorno dopo giorno.

Niente è statico, tutto si trasforma. Una massima a cui non ho mai strizzato l’occhio volentieri, dall’alto del mio essere un fiero ed orgoglioso abitudinario. Ma è così. Col tempo ho imparato a convivere con la certezza che niente resta così com’è stato concepito in origine. Il cambiamento fa parte della vita. E prima lo capisci, prima la smetti di lottare contro ai mulini a vento, cercando a tutti i costi di mantenere un equilibrio che si è ormai sgretolato. 

Per quanto mi riguarda, cerco comunque di mantenere uno stile di vita basato su consueti appuntamenti che mi fanno stare bene e che mi aiutano ad affrontare i sempre più numerosi impegni a cui la vita è solita sottopormi. Come l’episodio settimanale di un telefilm o la tradizionale maratona horror di Halloween. Piccoli tasselli del mosaico, certezze a cui mi piace aggrapparmi durante questo giro sulla giostra della vita.

Ciò detto, posso volgere lo sguardo al weekend e lasciarvi all’ascolto di Love Will Come Through dei Travis. Brano del 2004 che la band di Glasgow hanno scritto in occasione dell’uscita della pellicola Moonlight Mile di Brad Silberling. Buon fine settimana a tutti.

Ah. Se non l’aveste notato, sono tornato.

 

Il terrazzo di casa e le meraviglie vacillanti

Irish Sunrise

La fantastica alba in una sconosciuta campagna irlandese…

 

Uno dei momenti più sereni ed intimi della mia giornata è quello dello startup, la fase successiva al risveglio nella quale sono solito immergermi nella quiete mattutina. Qui, tra il rustico barbecue e le piante che minuziosamente sto curando (… e si, mi sto riscoprendo anche giardiniere ultimamente), si è fatta spazio una nuova abitudine che mi permette di caricare le pile poco prima di addentrarmi nella giungla metropolitana. Quella del quarto d’ora di simbiosi naturale.

Non so se vi è mai capitato di svegliarvi presto (o ritiravi tardi, a seconda dei casi) e di restare immobili ad osservare la ripresa della natura. Si? Allora potete capire il senso del post. No? Male. Almeno per una volta fate a meno delle sbornie notturne e regalatevi un intenso istante esistenziale. 

Al riparo dai rumori dei macchinari e delle auto, lontano dalle urla umane (e sovrumane) derivanti dalla maleducazione locale, c’è un momento della mattina che ti permette di percepire la reale essenza della Terra. Dal volo delle tortore (sempre in coppia, intesi), al cinguettio di variopinti volatili, dal sole che irradia gli alberi di pesco alla leggera brezza che aleggia sul campo. Tutto dà un senso alla mia mattina, e mi permette di partire bene.

L'alba da casa mia

…e l’alba da casa mia

 

Eppure non sono tutte rose e fiori. Purtroppo. A fare da contraltare ad un così bello scenario ci sono i veleni che i roghi tossici disperdono quotidianamente su tutto il territorio. Come una gomma da cancellare su un cartoncino di un pittore, queste pesti chimiche rischiano, alla lunga, di distruggere habitat ed abitanti. 
Ma non voglio dilungarmi. Per info potete dare un’occhiata al sito ufficiale de La Terra dei fuochi (QUI). E poi, per una tematica del genere ci vorrebbe un post dedicato. Magari lo farò. O forse no. 

Ciò che mi rincuora, almeno per il momento, è vedere ogni mattina la natura risvegliarsi, come un pugile che, messo al tappeto, prova a ricominciare l’incontro. Quel sole, il cielo che sovrasta tutto e tutti e i merli in cerca di chicchi prelibati, sono la mia fonte di sostegno. E di speranza.

Detto questo, weekend alle porte. Nessun programma in agenda, se non per alcuni lavori in casa che spero inizino il prima possibile. E poi vorrei recuperare la visione di qualche film caricato sul My Sky o, almeno, di qualche episodio dei telefilm che seguo. Devo ancora mettermi al passo con i vari New Girl, Californication ed Happy Endings. Ma prediligerò le uscite. D’altronde siamo pur sempre in estate.

Vi lascio con il video di una canzone che racchiude lo spirito iniziale del post. Lui è Chicane, al secolo Nick Bracegirdle, Dj e produttore inglese dallo stile molto chillout. E questa è Offshore. Buon fine settimana a tutti.

 

Di ritorno…

Back To Home


Eccomi qua. Di nuovo. Sullo stesso blog che per anni mi ha permesso di esternare i miei pensieri e di renderli pubblici allo stuolo, a tratti copioso, che ha manifestato interesse o semplice curiosità per essi. 

Certo oggi c’è una veste nuova, più funzionale, se vogliamo. All’inizio del 2012 la vecchia piattaforma decise di tirare le cuoia, azionando una reazione a catena che ha fagocitato nel cimitero dei blog milioni e milioni di realizzazioni più o meno valide. 

Per fortuna, sono riuscito a trasferire My World… e suo fratello minore, Alone in Kyoto, su Worpress poco prima del Big Bang. Se non altro per il piacere di rileggere le considerazioni sui più disparati temi trattati nel corso di tutta la vita dei blog. 

Ciò che mi dispiace è l’aver perso per strada compagni di viaggio con i quali ero solito scambiare riflessioni, rimbalzando di “casa in casa” e commentando gli argomenti di giornata. I vari ancatdubh, Harlene, kaklina, Daddun, Ares, Marianolo, pensierorosa, Countryfeedback, Babylon78 (e chissà quanti ne dimentico al momento) restano una parte importantissima di My World..., persone che non ho mai conosciuto dal vivo, ma che con le quali ho legato forse più degli pseudo-amici che ci sono fuori da qui. A volte mi chiedo, parafrasando l’ultimo quesito che chiude il bellissimo Stand by me di Rob Reiner: Gesù, ma chi li ha?

In ogni caso, a tre anni dall’ultimo articolo ho deciso di riprendermi questo posto, insieme alla sua capacità di tirar fuori la parte di me dedita alla scrittura. Un aspetto che riconosco essere molto arrugginito dopo tanta inoperosità, ma che spero di rimettere in sesto il prima possibile. Ciò di cui sono sicuro, invece, è che non lascerò passare altri tre anni prima di mettere di nuovo piede nel mio Mondo.