Ieri sono tornato al cinema, dando così inizio al processo di riavvicinamento, interrotto con l’inizio delle ferie, tra il sottoscritto e questo straordinario mezzo d’intrattenimento. Il film che ho scelto per inaugurare la stagione è stato Il Bacio che aspettavo (In The Land of Women) di Jon Kasdan.
TRAMA: Carter Webb (Adam Brody) è un giovane di Los Angeles che di mestiere fa lo sceneggiatore di film porno. Mollato dalla ragazza modella, decide di trasferirsi per qualche tempo a casa della nonna, nel Michigan. Qui conosce Sarah (Meg Ryan), una donna di mezza età dalla personalità molto positiva che a poco a poco suscita in lui un interesse misto a sorpresa.
A dirla tutta, ero particolarmente scettico su questo film, il trailer non mi aveva entusiasmato e mi era sembrato che esso fosse nient’altro che la solita commedia romantica con dei risvolti drammatici. Poi, però, è successo che la rivista Ciak, nella sua ormai consueta rassegna sui 100 film dell’imminente stagione cinematografica contenuta nel numero di agosto, descrivesse questa pellicola come “a metà tra Il Laureato e La mia vita a Garden State”. E’ stata la curiosità scaturita da questa citazione a spingermi a vederlo, malgrado ritenga che lo stile del film di Braff non sia facilmente ripetibile.
La formula è la stessa che questo genere di film propone da qualche tempo a questa parte: c’è il viaggio interiore di un ragazzo che, in seguito ad un’esperienza personale traumatica, tenta di ritrovare sé stesso allontanandosi dal contesto in cui ha sempre vissuto; c’è il belloccio (Brody), idolo delle ragazzine, che da solo è in grado di catalizzare l’attenzione delle folle aldilà di quella che può essere la sceneggiatura; c’è la ragazzina prodigio (Makenzie Vega, interpreta la figlia più piccola di Sarah) che riesce a lasciare sbalorditi gli spettatori per il suo essere cinica e matura; ci sono un bel pò di canzoni interpretate da artisti semisconosciuti nel nostro paese che infarciscono il contorno del paesaggio colorato del Michigan e riempiono numerose scene.
Benché il film presenti spunti di riflessione come quelli concernenti le difficili realtà dei tumori e della demenza senile (quest’ultima affrontata con ottima ironia), il film non decolla. Per usare una similitudine, possiamo dire che troppi sono gli ami buttati in acqua, ma quasi nessuno riesce a tirar fuori qualcosa d’interessante e che soddisfi a pieno. Il bacio che aspettavo non presenta niente di nuovo se non un maldestro collage di scene che avrebbero potuto essere sviluppate meglio.
I punti di forza: il personaggio della nonna, le distese ed i paesaggi provinciali
I punti deboli: il titolo italiano, non propone niente che non dia l’idea di un deja-vù
Wow una descrizione molto dettagliata…avevo pensato di andare al cinema domani sera x vedere questo film, ma credo ke la mia scelta cambierà dopo aver letto questo post! baci russ
Uh! Bella recensione Russ!!!Anch’io lo volevo andare a vedere…pace…farò in altro modo…e mi vedrò Shrek…
Anche io l’ho visto ieri al cinema… beh secondo me non è stato poi così tanto male… non dico che è stato uno di quei film da rivedere subito ma a me è piaciuto! 🙂
Mmmmh…in momenti come questo, odio abitare così distante da te! Ci sono un sacco di film che vorrei vedere [tipo questo…grazie per la splendida recensione, anche se l’hai smontato, eheheh ;)] e come al solito finirà che nessuno vorrà accompagnarmi a vederli.
Ely_frustrata appassionata di cinema
a me è piaciuto.
Bentornato
decisamente non mi interessa…però buona recensione. E poi passare da questo blog mi permette di ascoltare uno dei pezzi dei Coldplay che preferisco… 🙂
Ormai Meg Ryan è diventata la variabile da prendere in considerazione per capire in anticipo se un film è brutto e va evitato!
quando una è bella come meg ryan, le si può perdonare anche qualche film meno riuscito…
ok, non è un commento molto “tecnico”, nè imparziale…
🙂